" In fondo non ho mai visto una grande differenza fra ciò che improvviso e ciò che compongo. L'improvvisazione è semplicemente un procedimento accelerato del comporre che non permette alcun genere di correzioni, di modifiche o omissioni, e infatti qui i rischi sono molto maggiori"
Keith Jarrett
4 ottobre 1969 al teatro comunale di Bologna , era in corso il festival del jazz e Jarrett era in compagnia di Gus Nemeth al contrabbasso e Bob Ventrello alla batteria.
Le cronache raccontano che Keith Jarrett si presentò con aria timida ed esitante sul palco, suonò per circa tre quarti d'ora in un crescendo di gradimento del pubblico che permise al pianista di diventare più sicuro e disinvolto.
All'esecuzione di My Back Pages infatti qualcosa cambiò; Jarrett propose alcuni ritornelli di variazione e poi invece di concludere ne improvvisò un altro e poi un'altro ancora e così via , con una tecnica impeccabile ed un'espressione vigorosa conquistando il pubblico presente che gli tributò un'ovazione interminabile.
Fu l'inizio di un lavoro senza confini ; Peter Ruedi [critico tedesco] scrive : "Già è impossibile catalogare il pianista Keith Jarrett: allo stesso modo anche il musicista si sottrae completamente a un intervento del genere. In the Light contiene un pezzo per flauto e archi, una Fughata for harpsicord, un quintetto per ottoni, un quartetto per archi, un pezzo per chitarra e archi, una breve composizione per quattro violoncelli e due tromboni e poi due brani, nei quali finalmente è Jarrett che siede al pianoforte"
links| K.Jarrett
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"Non ho nemmeno un seme quando comincio. E' come partire da zero"
Keith Jarrett
4 ottobre 1969 al teatro comunale di Bologna , era in corso il festival del jazz e Jarrett era in compagnia di Gus Nemeth al contrabbasso e Bob Ventrello alla batteria.
Le cronache raccontano che Keith Jarrett si presentò con aria timida ed esitante sul palco, suonò per circa tre quarti d'ora in un crescendo di gradimento del pubblico che permise al pianista di diventare più sicuro e disinvolto.
All'esecuzione di My Back Pages infatti qualcosa cambiò; Jarrett propose alcuni ritornelli di variazione e poi invece di concludere ne improvvisò un altro e poi un'altro ancora e così via , con una tecnica impeccabile ed un'espressione vigorosa conquistando il pubblico presente che gli tributò un'ovazione interminabile.
Fu l'inizio di un lavoro senza confini ; Peter Ruedi [critico tedesco] scrive : "Già è impossibile catalogare il pianista Keith Jarrett: allo stesso modo anche il musicista si sottrae completamente a un intervento del genere. In the Light contiene un pezzo per flauto e archi, una Fughata for harpsicord, un quintetto per ottoni, un quartetto per archi, un pezzo per chitarra e archi, una breve composizione per quattro violoncelli e due tromboni e poi due brani, nei quali finalmente è Jarrett che siede al pianoforte"
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"Non ho nemmeno un seme quando comincio. E' come partire da zero"
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